Alessandra Facchinetti e la sua Uniqueness per Pinko

di La Redazione 1

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Alessandra Facchinetti, considerata un genio innovativo della moda italiana, rompe un silenzio durato due anni per annunciare il suo ritorno, nel fashion system sì ma niente protagonismi e niente colpi di teatro perché la stilista bergamasca ha deciso di rientrare in carreggiata con una collaborazione per uno dei marchi principe del pret-a-porter, Pinko, non nuovo alle collaborazioni prestigiose.

Sette anni passati con Miu Miu, altri con Gucci, corteggiata da Moncler che poi lascia per le lusinghe di Valentino che la sceglie come direttore creativo di tutte le collezioni donna Valentino s.p.a., da cui divorzia dopo solamente un anno per divergenze creative con la visione aziendale. Insomma, un curriculum di tutto rispetto, dal quale ci si sarebbe aspettato un ritorno in grande stile, magari con un marchio che porti il suo nome come si è vociferato molto, e invece l’alternativa designer ha deciso di condividere il successo con altri.

Il prodotto di questo nuovo, auguriamo, idillio con Pietro Negra, patron di Pinko, sarà una capsule collection dal nome Uniqueness che, secondo quanto cita il comunicato stampa “rielabora le tensioni e le innovazioni sociali dovute alla tecnologia e le restituisce sotto forma di moda. Inventando un’organizzazione distributiva che annuncia un futuro sorprendente. Dove la vetrina tradizionale è ampliata, perché i capi non sono presentati soltanto via Internet, ma anche attraverso una selezionata rete vendita. Dove sono annullati i tempi di attesa rispondendo alla logica di soddisfare immediatamente i desideri. Dove la collezione è rigorosamente no season”.

La mini-collezione sarà presentata durante la fashion week parigina e segnerà il ritorno di una delle figure più anticonvenzionali della moda italiana, che ha il coraggio di fare delle scelte impopolari ma che alla fine sanno ripagarla come merita. Come ha dichiarato la stessa Alessandra: “Sono entusiasta di poter lavorare ad un progetto così innovativo e anticonvenzionale, in cui il vero dna della collezione è la libertà di poter interpretare il nostro tempo”. E siamo sicure che Pietro Negra saprà dare il giusto spazio alla sua creatività essendo stato in grado di creare e rendere famoso un marchio che coniuga lo stile di una griffe, il gusto del pubblico e i prezzi accessibili.

Fonte: Giornale di Bergamo

 

 

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