NU:S – la Moda veste l’Architettura al Chiostro del Bramante

di La Redazione 0

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E la moda viene costruita come un’architettura e si fonde con essa. Questo succede a “NU:S -la Moda veste l’Architettura”, mostra ospitata dal Chiostro del Bramante, a Roma. Nulla di nuovo: nell’architettura di Roma Antica vivevano due aspetti che non potevano essere scissi: gli elementi architettonici tenevano in piedi l’edificio e lo decoravano, allo stesso tempo.  Perché così era opportuno. Nella moda è esattamente lo stesso: abiti che vestono e decorano, umilmente coprono e sono sublimi opere d’arte.

Eppure l’idea di fonderle oggi è venuta a Double,  che ha organizzato il progetto NU:S : i lavori finali  di stilisti emergenti ed architetti sono  in esposizione da oggi, sabato 7 luglio, a martedi 10. E già ieri, giorno dell’inaugurazione, è stato possibile godere di quella che è un’opera di design, inserita in un contesto di cui rispetta l’importanza riuscendo ad aggiungere un tocco discreto eppure affascinante.

Il chiostro ospita quattro abiti completi, descritti da un testo esposto su leggìo, due creazioni di shoes design ed un’istallazione centrale, opera di un architetto. Gli abiti creati sono inseriti sotto le arcate dei portici che circondano il chiostro e rispettano il piano-colore dell’edificio  con i suoi travertini bianchi e gli intonaci dai toni neutri . Per poi illuminarsi di oro e argento, paillettes e Swarovski  e iridescenze.

Così le forme che prendono i tessuti  come seta, chiffon, tulle e organza richiamano le teorie di volte a crociera e la semplicità delle lesene lisce, proprio come la minicappa in nylon e jersey di seta e le fasce di due creazioni  di Simone Bruno.

E così, l’artigianalità della moda italiana offre il suo contribuito all’istallazione centrale in lastre di alluminio avvitate, realizzata dall’architetto Arturo Tedeschi. Mentre, allo stesso tempo, lo shoes designer  Alessio Spinelli realizza delle classiche décolletées tacco 13, con un approccio di architettura parametrica  e le realizza per mezzo della prototipazione con laser sintering, insieme al computational designer Maurizio Degni. E la plastica è usata con l’organza nel bolerino senza maniche,  lavorato ad intarsio di Flavia Migani che si ispira alle forme tonde e lineari dell’architettura ma arricchite di dettagli, proprio come il bolerino di vitello stampato con applicazione “a dischi” in garza, lattice e organza.

Così si arriva alle  cinque danzatrici in movimento, dagli abiti attraversati da un percorso cromatico tra luci e oscurità, quello dei tessuti di Chiara Cola.

Mentre  dal chiostro suddiviso in quattro quadranti, musicalmente parlando, arrivavano i suoni dell’istallazione audio multicanale di Davide Severi.

Una fusione perfettamente riuscita, come il molteplice si riunisce nell’Uno attraverso il Nous (NU:S), “Intelletto” o “Spirito” in greco.

Photos by Elisa Mancini

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