Moda Italia: crescita 2011 ma si teme recessione

di La Redazione 1

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La moda in Italia non conosce crisi, almeno per il momento. Sebbene il contesto nazionale e internazionale viva un momento di austerità dal punto di vista economico, la moda e lo charme sembrano non essere toccati dallo spettro recessione. Nella prima parte del 2011 le imprese italiane della moda hanno continuato a registrare un buon aumento del fatturato, trainato soprattutto dalla componente estera, il Made in Italy negli altri Paesi risulta essere ancora apprezzatissimo e non teme il confronto delle più economiche industrie cinesi o di altri Paesi emergenti. Tutto roseo,  ma a partire dagli ultimi mesi dell’anno lo scenario potrebbe cambiare, in peggio.

Il 2011 è iniziato molto bene per la moda italiana – ha osservato  Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo -. In particolare la filiera della pelle ha già recuperato la recessione ed è su valori superiori al 2007. La strada dell’export è una via obbligata, potrà offrire comunque buone opportunità, in particolare sui mercati emergenti. La dimensione aziendale inoltre, fondamentale per poter affrontare i costi connessi alle strategie di internazionalizzazione, diverrà ancora di più una variabile chiave nel determinare i risultati delle imprese.

In un contesto di maggiore difficoltà legato alla congiuntura macroeconomica, il fatturato delle aziende potrebbe iniziare a calare soprattutto per quanto riguarda la produzione destinata all’Italia.”La sfida della crescita dimensionale” é stato il tema del convegno su moda e lusso organizzato da Pambianco e Intesa Sanpaolo. In Italia famiglie e imprese saranno meno ricche e i consumatori avranno meno denaro da destinare all’abbigliamento e soprattutto alle grandi marche più costose. Per questo De Felice consiglia alle imprese di puntare a un innalzamento della qualità dei prodotti del Made in Italy e all’esportazione verso paesi esteri, proprio perché lo scenario che si prospetta nei mesi a venire non è molto brillante e la crescita risulterà molto disomogenea tra le varie regioni.

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