Giorgio Armani attacca Prada ed il fashion system

di La Redazione 0

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Terminate le sfilate di Milano Moda Uomo, è ora di tirare le somme, ed il primo a farlo è Giorgio Armani che dice la sua e con un tono pungente sostenendo che ormai la moda è in mano alle banche.

Re Giorgio critica anche il lavoro di Miuccia Prada consigliandole di fare solamente sfilate di accessori:

Se Prada fa il 50% degli utili con gli accessori, faccia sfilate di accessori. Io sono indipendente, ecco la verità. Dipendo solo dalla mia creatività e da quella dei miei collaboratori. Siamo in un momento in cui la sfilata è un gioco. Per me non è un gioco, ma un grande lavoro e un grande risultato”. Prada punta agli accessori? “Allora faccia una sfilata di accessori. A volte passo per il centro, guardo le vetrine e mi domando chi è l’uomo che puo’ indossare certi abiti. Sì, forse qualche fotografo o qualche pr eccentrico. Anche il mio uomo è eccentrico, non e’ un avvocato, ma sta tutto nella possibilità e nella credibilità”


Ovviamente le polemiche dello stilista non sono di certo terminate, difatti, l’altra polemica rivolta a Prada riguarda le tendenze un po’ femminili dell’uomo nella passerella e dichiara che:

“Non “baracconiamo” l’uomo. E’ un insulto verso il genere maschile. Gli uomini si devono vestire da uomini. Il mio si rinnova senza cadere nel ridicolo, nel costumismo”. Miuccia Prada, “ha scelto la strada dell’ironia e dell’intellettualismo, dello chic che diventa cattivo gusto e del cattivo gusto che diventa chic. Lei fa la sua strada, che pure è geniale come per Dolce e Gabbana. Io sono indipendente ecco la verità. Dipendo solo dalla mia creatività e da quella dei miei collaboratori“.

Parlando della moda delle banche, Re Giorgio ha detto che:

Show per lo show, di moda delle banche, la cui influenza in questo settore è estremamente importante. E le banche hanno a loro volta influenza sui media. Invece io sostengo che vanno realizzate cose che piacciono al pubblico. La sfilata serve a mostrare qualcosa che la gente deve portare. Si tratta di un lavoro lunghissimo e soprattutto difficile per uno come me che si rinnova rimanendo sempre lo stesso. Rispetto ad alcune collezioni non è giustificato parlarne bene.

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