Con Certottica il rivestimento protettivo sugli occhiali e sui gioielli

di La Redazione 0

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Dalla Germania arriva il progetto Interegg IV con partner Certottica per proteggere occhiali e gioielli.
Come fanno le targhe dei palazzi a resistere all’attacco degli agenti esterni e durare nel tempo? Con un rivestimento trasparente depositato con la tecnica PECVD, capace di apporre un film molto duro e resistente, facilmente applicabile su una superficie piana e rigida. Ma quando a richiedere queste performance sono montature di occhiali e gioielli, le difficoltà si moltiplicano: si tratta di rivestire in modo uniforme superfici a geometria complessa, materiali variabili nello stesso oggetto, rientranze e convessità con film che uniscano alla resistenza anche caratteristiche di duttilità. Un’impresa difficile, ma non impossibile: Certottica, forte della collaborazione con il partner austriaco del progetto Interreg IV, Wood-k plus e con la Diener GmbH Plasma-Surface-Technology, ha colto la sfida ed ha costruito un impianto pilota per ottenere un rivestimento uniforme e con un processo ripetibile, finalizzato alla produzione industriale.

Da tempo i tecnici dei laboratori dell’Istituto di certificazione longaronese lavoravano con altri centri di ricerca in Veneto, come Nanofab, per trovare la ricetta giusta, idonea a soddisfare i requisiti di resistenza meccanica e chimica per oggetti complessi come l’occhiale. Tuttavia è soltanto grazie al lavoro di sviluppo realizzato con la Diener che i risultati sembrano essere davvero vicini.

La ditta tedesca si trova nell’area di Stoccarda, notoriamente quella con la più intensa concentrazione di alta tecnologia applicata a settori come l’automobile ed i componenti elettronici. Un luogo dove l’esigenza di perfezione è prioritario in qualsiasi dettaglio per rispondere alle richieste di sviluppo: auto al top della gamma ed elettrodomestici sono sottoposti a continue sollecitazioni meccaniche e chimiche.

Da un film molto duro, ad un film con performance di duttilità maggiore: l’occhiale si trova nel mezzo di questa forbice, ovvero richiede prestazioni intermedie, ma anche di resistenza alla corrosione eccellenti; mentre il gioiello è spostato verso il rivestimento vetroso, il quarzo. Certottica ha perseguito questo obiettivo ed ha ottenuto che la macchina, predisposta con i criteri idonei alla ricerca sugli occhiali e sui gioielli ed appositamente settata dai tecnici bellunesi, arrivasse nei suoi laboratori. Si tratta di uno strumento dalle dimensioni notevoli (vedi foto allegata dell’impianto Pecvd installato nei laboratori di Certottica): 60 centimetri di larghezza, 2 metri di altezza e 1 di profondità, con una camera da 150 litri dove la miscela di gas condensa e riveste l’oggetto inserito.

Unitamente ad un impianto di dimensioni più ridotte già a disposizione dei ricercatori ed atto allo studio della micropulizia e dell’attivazione, questa macchina fa di Certottica un centro di eccellenza per la ricerca sugli impieghi del plasma freddo. Le 3 dimensioni, insomma, non sono più un ostacolo insormontabile, ma un obiettivo raggiungibile: si punta a studiare le velocità di realizzazione del film e a potenziare un processo “ecofriendly”, ovvero a basse consumo di materie prime, con ridotte emissioni in atmosfera e che fornisce rivestimenti (quarzo e silicone) assolutamente biocompatibili.

Fonte: Eyesway

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