Festival di Sanremo 2013, a confronto gli stili di Marco Mengoni e di Daniele Silvestri

di La Redazione 0

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Siamo in attesa della finale ed è già tempo di bilanci. E se in una kermesse canora si combatte soprattutto a colpi di note, va detto che l’arma segreta più importante, al solito, è lo stile.

Possiamo sbilanciarci, ora, ed affermare che la 63esima  edizione dovrebbe avere un podio tutto maschile:  insuperabili Elii a parte, Marco Mengoni e Daniele Silvestri hanno regalato indubbiamente pezzi e  performance estremamente convincenti. Ma, ragazze, vogliamo parlare dello stile? La valutazione è “decisamente si” e ora non resta che metterli a confronto.

Ormai siete perfettamente informate: gli outfit di Mengoni sono firmati da Salvatore Ferragamo mentre il cantautore romano Silvestri ha scelto di vestire, per il Festival, Diesel di Renzo Rosso e Diesel Black Gold, la main line.

E le scelte appaiono pienamente in linea con lo stile, anche vocale, dei due artisti oltre che  con i pezzi da loro portati: virtuosismi vocali e ballade struggente  per un Mengoni di altri tempi, che si commuove cantando Tenco. Per lui capelli impomatati e faccia da schiaffi in stile Romolo di “Poveri ma Belli” di Dino Risi (1958).

E ieri sera, più che povero, era bellissimo nel completo nero da dandy nero, molto amarcord e un pizzico “Romanzo Criminale”. La sera precedente era molto glam in completo bordeaux e camicia  rosa a contrasto e, allo stesso modo, ci aveva convinte, alla sua prima esibizione in completo, camicia e cravatta dalle tonalità di blu ton sur ton.

Mentre Silvestri ha reinterpetato lo stile da  proletario che canta canzoni di protesta: da “L’uomo col Megafono” alla narrazione dei cortei studenteschi nella sua Roma. Ora è un uomo di quarant’anni e, pare opinione diffusa sui social network, l’età ha avuto l’effetto di aumentare il suo sex appeal.

Ora il suo stile è molto urban chic, da romano che, archiviata la piazzetta di S. Lorenzo,  passa le sue serate tra Testaccio e Rione Monti e si esibisce all’Angelo Mai: giacche sartoriali  ma sui jeans, magari effetto used e non la camicia ma la maglia a maniche lunghe. Sfumature di grigio, aperte alle nuance calde del marrone magari per il taschino della giacca a contrasto (come la terza sera).

O il tocco della coppola, quella scelta per rendere omaggio a Dalla, ieri sera, calata su quegli occhi verdi che nemmeno si notavano ai tempi della coda e de”il cantante veste sciatto perchè pensa solo alla musica”. Ma che ora scaldano il cuore.

Che vinca il migliore.

Photo courtesy| Getty

 

 

 

 

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